La nostra replica a "Il Sole 24 Ore", inviata ieri mattina alla redazione ed al momento non pubblicata.
Spettabile Redazione, in qualità di presidente e legale rappresentante di UNARMI - Unione degli Armigeri Italiani APS (già Comitato Direttiva 477), non posso esimermi dal replicare a quanto abbiamo letto nell'articolo "Italiani sempre più armati", di Andrea Di Consoli, pubblicato oggi sul vostro sito, certi che vorrete correttamente farci la cortesia di pubblicare quanto andiamo a puntualizzarvi. Premettiamo che il libro "Sotto Tiro", di Stefano Iannaccone, lo conosciamo bene e d'altronde la nostra associazione è più volte dall'autore richiamata in rappresentanza di una fantomatica "lobby delle armi italiana", accostamento questo che ci appare forzato ed improprio specie in relazione al tono spregiativo usato nei confronti delle lobby e delle loro attività, che al contrario la vostra testata probabilmente giudicherà in maniera più oggettiva. Giova in ogni caso ricordare e sottolineare come, purtroppo (e me ne assumo la piena responsabilità), in Italia una lobby delle armi non esista ancora. Esistono invece un certo numero di associazioni che rappresentano le diverse sfaccettature di questo mondo articolato (industriali, artigiani, commercianti, detentori, cacciatori, atleti...), le quali portano avanti, talvolta singolarmente talvolta congiuntamente, la difesa delle rispettive categorie rappresentate. Noi non siamo altro che un'associazione che rappresenta cittadini che legalmente detengono ed usano, per qualsiasi scopo legale, armi. A ragion di ciò ci sembra quindi offensiva qualsivoglia "preoccupazione" espressa in relazione al possesso di armi da parte dei privati cittadini, giacché le preoccupazioni non sono certo originate dalle inanimate armi ma dai loro detentori, che rappresentiamo. Preoccupazioni peraltro espresse sulla base di un puro dato numerico, non contestualizzato e soprattutto non correlato ad alcun incremento di reati ed abusi commessi dai detentori legali di armi, motivo per cui si deduce, al contrario, unicamente l'incremento della loro affidabilità. Potrebbe questo essere fonte di preoccupazione? Non ci pare assolutamente. Come forse non tutti hanno ancora capito, il rilascio delle licenze per armi è subordinato al possesso di precisi requisiti morali e psicofisici, al possesso della necessaria capacità tecnica e, soprattutto, all'ampissima discrezionalità delle Autorità di Pubblica Sicurezza. Se quindi è in aumento il numero dei cittadini ritenuti affidabili dall'Amministrazione, e pertanto da questa certificati come sani ed onesti, non vediamo nulla di preoccupante. Anzi, ad essere oggettivi dovrebbe essere ritenuto rassicurante, sempre che non si voglia insinuare che le Autorità di Pubblica Sicurezza stiano, con gravi leggerezza ed incompetenza, permettendo di acquistare armi a centinaia di migliaia di pericolosi individui... Circa la complessiva e crescente affidabilità dei detentori legali di armi vogliamo inoltre portare alla vostra attenzione un importantissimo quanto sfortunatamente ignorato studio condotto dall'Università di Roma La Sapienza dal titolo "Sicurezza e legalità. Le armi nelle case degli italiani", a cura del Prof. De Nardis, che analizza puntualmente la situazione nazionale nel periodo compreso tra il 2007 ed il 2017. E' uno studio che non ci risulta avere precedenti al mondo per accuratezza e ampiezza del periodo esaminato, ma sopratutto che dimostra con i numeri reali quanto infondate siano certe paure e preoccupazioni, che risultano piuttosto indotte da una rappresentazione pesantemente distorta del nostro mondo ad opera di certa stampa, di certo attivismo e di certa politica che non meritano commento. Vogliamo inoltre porre alla vostra attenzione un importante fallo logico che frequentemente notiamo e che possiamo sintetizzare nel "ragionamento" secondo cui il numero di armi detenute aumenta nonostante i crimini violenti siano in calo. Stupisce che nessuno riesca ad intravedere un rapporto molto chiaro, ma evidentemente scomodo: non sarà mica che i reati violenti diminuiscano anche perché il numero di armi detenute legalmente aumenta? Sarebbe a nostro modesto avviso come sostenere che sempre più conduttori di veicoli indossano il casco o la cintura di sicurezza nonostante gli incidenti mortali siano in diminuzione. O che si continui a fare ricerca nonostante la mortalità diminuisca. Non sarà mica, al contrario, che gli incidenti mortali diminuiscano proprio grazie alle più efficienti misure di sicurezza e che la mortalità per certi mali diminuisca proprio grazie alla ricerca ed ai progressi della medicina? Non si vuol certo dare alla più diffusa detenzione di armi un ruolo determinante nel calo dei crimini predatori nelle abitazioni, ma troviamo verosimile che sia tra i fattori che ne comportano la continua diminuzione. Motivo per cui troviamo illogici, capziosi ed offensivi tutti quei "nonostante" che sempre più spesso ci tocca leggere in merito questa delicata e strumentalizzata relazione. Non è facile approcciarsi ad argomenti delicati come questi, ce ne rendiamo conto. Ma non riteniamo di essere in torto se chiediamo di essere considerati, prima che come un potenziale pericolo, per quello che siamo per definizione: cittadini di cui l'Autorità garantisce onestà e salute psicofisica. Cittadini che coltivano passioni legittime e che spesso rappresentano un vanto per la Nazione. Cittadini che, anche nel tutelare la propria incolumità e serenità, rispettano pienamente ogni norma in materia senza alcuna pretesa di sostituirsi alla Giustizia o alle Forze dell'Ordine. Il resto sono speculazioni che, se non sono supportate da dati concreti, non rappresentano più che inconsistenti e personalissime posizioni ideologiche.
finalmente un'associazione che risponde "colpo su colpo" con motivazioni valide ed inappuntabili ad articoli volutamente di parte
e tendenti ad indirizzare l'opinione pubblica. Era ora !!!
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